acqua salata
Le associazioni di categoria sono impegnate a capire cosa ci aspetta il prossimo autunno ormai alle porte.
Una proiezione di Confesercenti (v. L'Eco di Bergamo del 25 agosto) afferma che sarà un autunno nero e per molte imprese sarà un autunno a rischio. Si stima un calo sensibile del PIL che porta ad ipotizzare la chiusura di 90mila imprese sul territorio nazionale, con una disoccupazione tra 492mila e 665mila nelle regioni del Nord. I comparti ad alto rischio, commercio e turismo.
L'area dell'Isola bergamasca è un'area ad elevato numero di imprese ed un alto indice occupazionale nei diversi settori (industria, artigianato, commercio). Sfortunatamente questo sembra non preoccupare alcuni gestori di servizi pubblici che hanno l'esclusiva. Tra questi spicca il caso del servizio idrico, che nell'Isola a seguito del passaggio della gestione a Uniacque aumenta il suo costo del 30% per le utenze casalinghe e fino al 90% per le imprese.
Per le imprese questo aumento sarà l'ennesima mazzata, come se il Covid 19 non bastasse, e andrà a penalizzare ulteriormente i bilanci di molte società in aggiunta agli effetti del lockdown, durato tre mesi e che ha lasciato e lascerà sul campo numerose vittime.
Ma questo non ha risvegliato nessuna sensibilità politica e ci è spiaciuto rilevare un silenzio assordante delle amministrazioni locali - ricordiamo che i soci di Uniacque Spa sono i Comuni - che non si sono preoccupate di questa ennesima bastonata alle imprese finendo per addossare alle stesse aumenti che rischiano di essere scaricati sull'utenza finale, oltre a mettere a rischio vari posti di lavoro.
Esponiamo alcuni dati per motivare la nostra preoccupazione.
Nell'area dell'Isola bergamasca il consumo annuale di acqua potabile risulta essere mediamente di circa 11.400.000 mc, di questi 5.500.000 mc. da utenze commerciali. L'aumento delle tariffe così come applicato comporterà quindi un maggior costo per il territorio di circa 4,5 milioni di euro all'anno.
In un momento di grande incertezza per il futuro si poteva e si doveva pensare ad una rivisitazione del sistema tariffario, sistema approvato prima del dramma Covid, o almeno ad una sua applicazione più graduale.
La nostra associazione ha cercato di evidenziare i macroscopici aumenti che la nuova gestione ha da subito applicato, a cui rischia di aggiungersi un ulteriore carico per i vecchi utenti Hidrogest, ovvero la retroattività della tariffa a partire dal 1° gennaio 2019.
Il nostro scopo è quello di indurre una più attenta riflessione sulla questione della tariffa da parte delle associazioni di categoria e della politica amministrativa. Una politica senza una visione d'insieme e poco o per nulla lungimirante dimentica la cautela e approva aumenti inopportuni viste le prospettive che ci aspettano nel prossimo futuro.
Non è nostra intenzione sollevare giudizi sull'operato del gestore il quale non può che rispondere alle richieste dei suoi azionisti (Comuni) e alle indicazioni delle autorità di ambito. Quello che preoccupa è la totale assenza della politica amministrativa la quale chiamata in causa dalla nostra prima e dettagliata lettera, pubblicata dal giornale locale, ha pensato di delegare Uniacque a rispondere alle nostre perplessità sulla scelta di adottare un aumento di questa entità (dal 30 al 90%) e come se non bastasse la retroattività della tariffa.
La domanda sorge spontanea: è questa la politica?
Associazione ISOLA BENE COMUNE