
Il Blog

Una denuncia alla procura della Repubblica per appropriazione indebita. La motivazione che ci ha spinto, come associazione iscritta al Registro Nazionale del Terzo Settore, a denunciare Uniacque alla Procura della Repubblica di Bergamo, è il fatto di aver imposto ai 45mila ex utenti Hidrogest una tariffa retroattiva per una somma importante, oltre che inappropriata visto il periodo pandemico (Covid-19). Una prepotenza per la quale, senza aver fornito alcun servizio, si è preteso un surplus di tariffa retroattiva pari a 3 milioni e 250mila euro (per un surplus di tariffa pari mediamente a 72 euro pro-capite), con l'obbligo di versare la somma dovuta in tre "funzionali" rate, senza considerare minimamente il danno economico causato con questa decisione. Per capire i passaggi che hanno generato questa incresciosa vicenda è necessario muoversi a ritroso nel passato. Le direttive europee e la normativa prevedono che la gestione idrica in tutte le sue fasi (captazione, distribuzione, fognatura, depurazione) sia a�data ad un unico gestore per ogni ambito territoriale ottimale (ATO); il referendum del 2011 poi ha fatto sì che tale gestore debba obbligatoriamente essere una società a capitale pubblico. Anticipando i tempi, nell'ottobre 2003 viene costituita, attraverso la fusione di due consorzi idrici locali nati nel dopoguerra, Hidrogest S.p.A., società a capitale interamente pubblico, per la gestione del servizio idrico integrato nel territorio dell'Isola Bergamasca e della Val S. Martino e con un capitale di circa 29 milioni di euro. La società è stata in grado di fornire nel tempo un servizio di livello, mantenendo i conti in equilibrio. L'ultimo bilancio relativo all'esercizio 2018 vede infatti un utile pari a circa 51.000 euro a fronte di un valore della produzione di circa 15 milioni di euro. GIORNALINO Associazione Isola Bene Comune Il 20 marzo 2006 viene costituita Uniacque S.p.A. su iniziativa dei Comuni di Arcene, Berbenno, Calcinate, Costa Volpino, Dossena, Entratico, Fiorano al Serio, Fontanella, Gazzaniga, Gorno, Lurano, Parre, Ponteranica, Romano di Lombardia, Seriate, Villa di Serio e Valtorta, con un capitale iniziale pari a 120.000 euro, a cui viene a�data, con deliberazione della Conferenza d'Ambito dell'ATO, la gestione del ciclo integrato delle acque per l'intero territorio provinciale e per la durata di 30 anni a decorrere dal 1° gennaio 2007. Il tutto però, non tenendo conto che sul territorio esistevano già altre società a capitale interamente pubblico (tra cui appunto Hidrogest) che operavano sul ciclo idrico integrato. Quale sia stata la motivazione che ha concepito il doppione, lasciamo ai lettori la fantasia di immaginare. Di fatto, a seguito della costituzione di Uniacque viene contestata la conformità della gestione di Hidrogest (in quanto soggetto non individuato come a�datario); il tutto porta, dopo una lunga controversia legale, alla sentenzia del Consiglio di Stato del 13 dicembre 2016 che conferma la non conformità della gestione di Hidrogest, prendendo spunto dal fatto che la società non gestiva l'intero ciclo idrico integrato (in particolare, la fognatura) in tutti i Comuni serviti. Tale battaglia legale, costata non poco ai cittadini bergamaschi, si sarebbe potuta evitare con un briciolo di onestà politica che avesse tenuto conto dell'esistenza di strutture già organizzate per la gestione del servizio idrico. Invece, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che ha condannato Hidrogest a cedere il servizio idrico, si doveva dotare il gestore degli strumenti idonei per fornire il servizio. Si è reso quindi necessario cercare un accordo economico tra Hidrogest e Uniacque e si è quindi innescata la battaglia sul V.R. (Valore Residuo), ossia sul valore da riconoscere al precedente gestore per la cessione degli impianti e delle strutture. Hidrogest stima tale valore in circa 60 milioni di euro e comunque non meno di 45 milioni, mentre Uniacque lo stima in non più di 20 milioni e comunque è disposta a riconoscerne poco più di 7. Il conflitto sull'accordo economico viene mediato dalla Provincia a luglio del 2018 con il supporto dell'u�cio d'Ambito locale (ATO, Presidente in carica Pierangelo Bertocchi; Uniacque, presidente e amministratore in carica Paolo Franco; Hidrogest, amministratore in carica Massimo Monzani; Presidente della Provincia Matteo Rossi), quando si stabilisce che, in attesa di un accordo economico, il servizio venga compiuto dal gestore in carica fino al raggiungimento di tale accordo. GIORNALINO Associazione Isola Bene Comune Nel mese di ottobre del 2019 si registra invece un accordo fra le parti Uniacque e Hidrogest per cedere l'utilizzo delle reti gratuito, con l'impegno da parte dell'acquirente Uniacque S.p.A. di poter disporre delle attrezzature necessarie all'espletamento del servizio, in attesa dell'accordo sul valore residuo della società cedente. Accordo del luglio 2018 CESTINATO. Si è mai visto un accordo dove non si individua la data ultima entro cui trovare l'accordo? E come se tutto ciò non bastasse, il bello è ancora tutto da vedere. Le attrezzature sono state cedute il 16 novembre 2019, senza aver raggiunto nessun accordo economico. Dopo cinque anni dalla cessione, ora si vocifera che l'offerta di Uniacque per le attrezzature atte ad espletare il servizio nell'Isola Bergamasca sia di poco superiore ai 7 milioni di euro. Quindi, Uniacque ha utilizzato attrezzature e impianti gratuitamente per cinque anni incassando 82 milioni di euro nell'area Isola di 125mila abitanti). Viene spontanea una domanda: i Comuni azionisti di Hidrogest, oggi H Servizi, come giustificheranno ai propri cittadini la perdita di capitale, quando bilanci certificati davano un valore di capitale di oltre 40 milioni di euro? E poi altre domande ancora: quale è stato il motivo di soprassedere ad un accordo di tale e vitale importanza? Per quale ragione si è deciso di soprassedere all'impegno assunto dalle parti in causa? Di chi è la responsabilità? Ciononostante, Hidrogest, pur fornendo il servizio senza poter modificare il costo che al tempo era di euro 1 a Mc., chiude la sua attività il 15 novembre 2019 con un utile di 50mila euro. Le divergenze sul VR proseguono e sono tuttora non concordate. Quel che stupisce è aver dimenticato il punto centrale dell'accordo provinciale; prima di volturare il servizio al nuovo gestore era imprescindibile stabilire un accordo sul VR. GIORNALINO Associazione Isola Bene Comune Perché, ci chiediamo, è stato possibile transigere sul punto focale dell'accordo? Come se tutto ciò non bastasse, alle soglie del 2020, i 45mila utenti ex Hidrogest si sono visti recapitare un adeguamento di tariffa retroattiva dal 1° gennaio 2019 al 15 novembre 2019. E non contenti di questa ingiustificata richiesta, si aggiunge un aumento della tariffa provinciale che ha portato il costo del servizio idrico del 50% in più della tariffa Hidrogest, senza pensare ad una adeguata gradualità visto il terribile momento che regnava in provincia, dato dal Covid-19. Gradualità che comunque era possibile alla luce della normativa ARERA (e infatti in altre Province nelle quali si sono verificate situazioni analoghe, la gradualità è stata applicata) e che non avrebbe comportato problemi di natura economica, dato che - come evidenziato sopra - i bilanci certificati di Hidrogest vedevano un risultato in leggero utile. Oggi, agosto 2024, siamo giunti a conoscenza del fatto che, forse per reminiscenza politica, vi è ancora un adempimento da definire sulla vicenda VR e la proposta, secondo noi a dir poco scandalosa se non ridicola, per i tempi e i modi della stessa: la proposta Uniacque sul V.R. di riconoscere solo 7 milioni di euro, dopo aver usato per ben cinque anni impianti e attrezzature senza pagare un euro. Anche perché, per chi non lo sapesse, Uniacque mentre non paga nulla per l'utilizzo delle reti ex Hidrogest, paga però alla società Bergamo Infrastrutture un a�tto annuale di 1milione 500mila euro per l'utilizzo delle sue attrezzature. E infine, come se niente fosse, in questi giorni sono stati approvati nuovi aumenti: +8,2% nel 2024, +8% nel 2025, e – al momento, ma con possibili aggiornamenti biennali – +2% annuo dal 2026 al '29. Si arriverebbe, in 6 anni, a un incremento superiore al 25%. Tutto questo sostenendo che le tariffe siano ferme dal 2021, come se gli aumenti del 2020 / 21 / 22 /23, previsti da programma approvato dal consiglio provinciale e da ATO, non rientrassero nella categoria letteraria "aumenti". ASSOCIAZIONE ISOLA BENE COMUNE Via Legionari di Polonia 5 24036 Ponte San Pietro Email: isolabenecomune@outlook.it Codice fiscale per il 5x1000: 9105096016
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Rottamazioni, condono e pace fiscale. Colpire chi spreca, aiutare chi ha bisogno
di Giampiero Catone domenica, 17 Aprile 2022
I termini usati in questi giorni dall'Agenzia delle entrate e dalla politica aprono un mondo sulle difficoltà di molti italiani. Quella parte di famiglie e imprese che non riescono, con il susseguirsi di crisi e aumenti generalizzati, a stare al passo con i pagamenti. Le parole d'ordine sono diventate per diversi leader politici: "Bloccare, rottamare, rateizzare". Lo hanno capito in tanti in Parlamento ed è un buon segno. Se non ci sono soldi inutile insistere su bollette vecchie di decenni. Lo ha spiegato bene il direttore dell'Agenzia delle Entrate Riscossione, Ernesto Maria Ruffini nel corso dell'audizione in Commissione parlamentare sul Federalismo Fiscale. Per Ruffini di fronte ad una somma di debiti fiscali, buona parte dei quali inesigibili, che ha toccato i 1.100 miliardi di euro, solo un intervento risolutore del Parlamento può dire cosa è necessario fare e come farlo.
Poveri ma non furbetti
La politica si è accorta di un problema che rappresenta un dramma per milioni di persone. In genere c'è l'idea che chi non paga sia il "furbetto" di turno, ma non si sottolinea che di fronte ad un piccolo insoluto molti malcapitati cittadini onesti finiscono "schedati" nell'archivio della Centrale rischi finanziari la famosa Crif. Un marchio che rende di fatto il cittadino senza più cittadinanza economica e finanziaria. Un'altra stortura di un sistema che è troppo indulgente con i grandi sprechi e vessatorio fino alla ossessione con chi ha poco.
Difficoltà da superare
Per molti cittadini e imprese le cartelle esattoriali sono impossibili da pagare. Come evidenziano il leader della Lega Matteo Salvini, esponenti di Fratelli d'Italia e, con sfumature diverse, anche parlamentari di sinistra. Il problema delle disuguaglianze e povertà crescenti non hanno fatto altro che incrementare una catena di crisi finanziarie personali, il cui risvolto più evidente sono gli insoluti davanti a fisco e imposte comunali.
Più lavoro per onorare il fisco
Condono e rottamazioni delle cartelle è la proposta di Salvini che spiega:
"sarebbe un atto di giustizia nei confronti di milioni di italiani, che, dopo pandemia e guerra, rischiano di perdere tutto", noi aggiungiamo altro. Sono necessarie riforme incisive del lavoro, del fisco e della previdenza se vogliamo dare più soldi agli italiani e possano mettersi al passo onorando debiti e cartelle esattoriali. Dare incentivi per creare occupazione vera e a tempo indeterminato, perché è urgente una nuova cultura del lavoro e dell'impegno. La politica può fare molto, perché se sono stati concessi miliardi per il Reddito di cittadinanza, o se la sistemazione dello 0.9 delle facciate degli edifici è costato allo Stato 20 miliardi, allora, non si comprende perché su lavoro e pensioni non c'è un'altrettanta questa volontà di crescita e di impegno.
Rottamazione e pace fiscale
Invocare sui social "la pace fiscale" o la "Rottamazione quater", va bene e concordiamo. Alberto Gusmeroli, vice presidente della commissione Finanze alla Camera, di mostra preoccupato per quanti si trovano in arretrato di anni con l'aggravarsi della crisi, e propone una "Rottamazione quater" "in cinque o meglio ancora dieci anni". Una "pace fiscale" per multe e cartelle non solo delle attività economiche ma anche dei privati, per tasse comunali come l'Imu o la tassa rifiuti, che le famiglie durante gli anni di pandemia non sono riuscite a pagare.
Tra sprechi e furbizie
L'impegno della politica inizia a manifestarsi. Il discernimento tra grandi sprechi e mega furbizie (prendiamo ad esempio le leggerezze normative sulla prima versione del Superbonus 110% che hanno permesso truffe milionarie) vanno sanzionate e colpite, ma sono cosa profondamente diversa da quella modesta "evasione da sopravvivenza", di piccole imprese che o pagano lo Stato o pagano i salari. Le riforme del lavoro, fisco e pensioni, vanno fatte per far crescere il Paese non per punire una parte di cittadini. Se c'è lavoro ci sono soldi ed possibile pagare in modo equo. La politica decida da che parte stare.
Il confronto a due
Conversazione con Chiara Colosimo, 36enne consigliera regionale di FdI Lazio e candidata nell'uninominale e plurinominale, Intervistata da Francesco De Paolo, il 26 agosto 2022 così intende la democrazia.
"Perché la par condicio ha bloccato il confronto a due?
Credo sarebbe stato giusto e avrebbe aiutato la semplificazione del quadro politico. Noi non abbiamo alcun interesse a facilitare Letta piuttosto che Calenda, per intenderci. Abbiamo però l'interesse a capire quali sono le due grandi proposte in campo e quindi da che parte stiamo noi e da che parte stanno gli altri. È evidente, almeno se i sondaggi hanno ancora un minimo di affidabilità, che il nostro avversario è il Partito Democratico."
Se queste sono le premesse, mi fanno dire che forse le pari opportunità siano bandite nel pensare comune di questo patito. Tornano ad emergere le streghe del passato.
Coerenza e competenza
25 giugno2022
di Pompilio Del Prato
In questi giorni l'attenzione dei media e rivolta all'implosione di quel partito popolare che quattro anni fa, raccolse un suffragio popolare che nella sfida elettorale, gareggiando da soli, ottennero un risultato strabiliante anche senza aver raggiunto la maggioranza assoluta "maggioranze che con il sistema attuale e complicato raggiungere" ma con un numero di rappresentanti sia alla camera che al senato rilevanti (221 onorevoli - 112 senatori).
Ciononostante, questo strabiliante risultato per governare non bastava. Ed è da qui che cominciano i guai per gli Italiani.
Stanchi di una politica di facciata il cittadino elettore ha deciso di cambiare strada, basta partiti che litigando per un posto al sole, candidati eletti pronti ad alienare principi (ideologici) quando esistono, convinti che le loro capacità di locatari avrebbero portato il bel paese a qui livelli che la Nazione italiana ha diritto, una Nazione leader dell'occidentale.
Forse per dare una lezione o forse perché convinti che il sistema dei partiti presenti al confronto elettorale, era incardinato sì sul sistema democratico di facciata dentro il quale primeggiava l'oligarchia, hanno deciso di cambiare. Come se votando la new entry nel piccolo e confuso circolo dei partiti italiani, fosse la giusta medicina per portare alla saggezza quelle forze politiche che la ragion han perso per strada.
La rabbia ha partorito un mostro che in tre anni ha portato sul palcoscenico mondiale il più deludente degli spettacoli di una politica quella Italiana che nessuno altro paese, democratico, ha visto negli ultimi settanta anni.
Ideali nel bidè. Per poter governare i cinque stelle, non disponendo della fatidica maggioranza sono costretti, obtorto collo trovare un compagno di viaggio. Quando si dice che in amore e in politica tutto e permesso "questo detto non è solo stupido, impertinente e offensivo per chi fa politica". Ma se siamo qui oggi ad illustrare le vicende di questi giorni, e proprio perché la politica e i suoi politicanti hanno perso il senso della ragione e del rispetto altrui.
Il partito della speranza (5stelle) dopo aver ricevuto l'incarico di formare un governo che avesse la maggioranza, inizia a sondare le possibili convergenze con altri partiti per un eventuale alleanza di governo.
Difficile ma non impossibile, per le ragioni che dico sopra, trovare chi gli ideali li ha messi nel... Il primo scoglio, chi proporre come Presidente del Consiglio tra gli eletti che possa andar bene anche al futuro alleato di governo. Il primo dei numerosi inciampi dei vincitori e ancor più dei suoi alleati accettare supinamente la scelta di un candidato leader. La scelta viene imposta da chi di mestiere ha fatto il comico, si non è una battuta di spirito Beppe Grillo comico di fama nazionale fondatore con Casalino della compagine 5stelle, questi padri padroni del movimento, impongono un illustre personaggio Universitario Prof. Giuseppe Conte alla carica di presidente del consiglio (un non eletto). Sembrerebbe cosa strana un presidente del consiglio non eletto dal popolo, ma questo nella nostra costituzione e permesso.
Quindi nessun scandalo. Ma un dubbio viene spontaneo, non avevano neppure immaginato di dover essere quelli incaricati a formare un governo, si sono resi conto di non avere nessuna figura competente per questo ruolo, da qui l'idea dei fondatori, proporre un noto professore di diritto, un illustre sconosciuto nell'agone politico Italiano.
Ma se il partito maggioritario 5 stelle non era preparato a questa valanga di consensi, la lega di quel Capitano che corrisponde al nome di Matteo Salvini, con la coalizione di destra (Lega, FI, Fdi) lui si erano preparati alla possibile chiamata a formare il Governo. Ma come i primi anche la compagine di destra non avendo la maggioranza necessitavano di un compagno d'avventura.
Due su tre hanno tenuto la barra dritta, purtroppo il desiderio di governare a qualunque costo a rotto la coalizione di destra.
E qui devo un'altra volta richiamare l'attenzione sull'ambiguità di alcuni politici che sono a capo di un partito. Per ragioni d'interesse Nazionale si possono cestinare le intese di coalizioni. "Io voglio governare e se qualcuno me lo propone io ci sto anche se quel qualcuno mi ha insultato fino il giorno prima delle elezioni".
Se per ragioni di "convenienza" devo percorre un sentiero stretto e ripido mi devo accertare che il mio compagno di viaggio sia fidato, e come fidarsi se il compagno che hai scelto per percorre quel sentiero stretto e ripido ti ha sempre promesso di fartela pagare appena avesse avuto la possibilità.
Qualcuno al Capitano avrebbe dovuto consigliargli la lettura di Niccolò Macchiavelli IL PRINCIPE nel XXII capitolo: «Non è di poca importanzia a uno principe la elezione de' ministri: li quali sono buoni o no, secondo la prudenzia del principe. E la prima coniettura che si fa del cervello d'uno signore, è vedere li uomini che lui ha d'intorno; e quando sono sufficienti e fedeli, sempre si può reputarlo savio, perché ha saputo conoscerli sufficienti e mantenerli fideli. Ma, quando sieno altrimenti, sempre si può fare non buono iudizio di lui; perché el primo errore che fa, lo fa in questa elezione».
Prudenzia e attenzione un consiglio principesco oggi come ieri pilastro fondante di ogni collaborazione.
Peccato che ha pagare siano sempre gli stessi elettori cittadini che dalla padella son caduti nella brace convinti di liberarsi da quella sgradita sensazione di rabbia soppressa.
Oggi, forse qualcuno dopo aver provato sulla propria pelle che la ragione deve sempre prevale sull'irrazionalità e sull'interesse, cerca di porre rimedio ad un passato senza ragione alcuna ad un presente responsabile. Questo non lo scusa per l'operato suo passato ma lo riscatta per un futuro, che mi auguro per lui e per tutti noi che sia coerente una volta per tutte.
L'andata a Kiev di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz
L'andata a Kiev di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz
non sarà una semplice visita di cortesia a Zelensky, per dimostrargli che il sostegno dell'Ue continua e per esprimergli la solidarietà europea per le terribili perdite inflitte alla popolazione dell'intera Ucraina dai missili e aerei russi e alle forze ucraine dall'artiglieria di Mosca nel Donbass.
Non si sprecheranno le espressioni di lode per
l'eroismo dei soldati e della popolazione ucraini. Si tratteranno anche
argomenti concreti, quali quello dell'esportazione del grano e delle garanzie
da dare a Kiev perché Mosca non possa sfruttare lo sminamento del porto di
Odessa per un attacco anfibio. Di certo, verrà anche promesso all'Ucraina di
agevolare il suo accesso all'Ue.
Verrà posta in luce la riconoscenza verso l'Ucraina,
che si dissangua per difendere la libertà e per fronteggiare le mire imperiali di
Mosca, sottacendo peraltro il fatto che una larga percentuale dei popoli
dell'Ue considerano ormai gli ucraini dei "rompiscatole", che continuano a
combattere per la loro terra e la loro identità, invece di fare la pace con la
Russia, cedendole - come i falsi profeti nostrani continuano ad insistere -
qualche pezzo di loro territorio, in modo da non recare danno alle economie
europee e di far cessare gli imbarazzanti massacri che l'Occidente non riesce a
fermare.
Poco credibili saranno concrete promesse d'invio delle
armi pesanti, di cui gli ucraini hanno disperatamente bisogno per controbattere
la potente artiglieria russa e ridurre le perdite. Malgrado il suo gran
"can-can", i paesi Ue ne hanno inviate meno di un decimo di quelle Usa e Uk. I
nostrani Alberto da Giussano e Napoleone del Gargano affermano (spero che lo
facciano per loro interessi di bottega, non per calcoli consapevoli) che di
armi gli ucraini ne hanno fin troppe e che non siano neppure persuasi che, come
dice il papa, esse servano per la guerra, non per la pace. Tutt'al più, la
responsabilità della guerra sarebbe della Nato, che l'avrebbe provocata (come?
pagando Putin perché aggredisse l'Ucraina? abbaiando?) o, almeno, non
prevenendola (ma come?). "Misteri della fede".
I "Tre Grandi" non potranno però sottrarsi ad
affrontare i due argomenti più controversi. Primo, la cessione di territori in
cambio della fine delle ostilità. Secondo, le garanzie che l'Ue sarebbe
disposta a fornire all'Ucraina amputata di parte del suo territorio, qualora si
raggiunga un accordo di tregua, che la trasformerebbe in una specie di Corea.
La sostenibilità - quindi la stessa accettabilità di una tregua da parte di
Kiev - dipende da tali garanzie. Senza di esse, il "cessate il fuoco" durerebbe
solo fino quando Putin deciderà di raggiungere gli obiettivi che ha più volte
esplicitato. Solo chi pensa di essere ancora ai tempi di Federico il Grande è
persuaso che si possa scambiare un territorio con la pace. Oggi non è più così.
Non lo è soprattutto nel caso dell'Ucraina di cui Putin nega l'esistenza come
nazione.
Tutti riconoscono che le condizioni di pace e,
soprattutto, la cessione di territori debbano essere decisi dagli stessi ucraini.
La loro grande maggioranza, malgrado le distruzioni e le perdite, risulta
decisa a combattere. I loro soldati non disertano né scappano. Una volta che
abbiamo deciso di sostenere l'Ucraina non possiamo cambiare idea. Certamente,
continuerebbero a combattere, con una guerra di guerriglia. Sanno che
distruggerà l'Ucraina, ma combatteranno. Lo fanno già nei territori
dell'Ucraina meridionale occupati dai russi. Si erano organizzati a farlo,
prima che, con grande sorpresa di tutti, riuscirono a sconfiggere l'attacco
russo a Kiev. Puntano sull'effetto delle sanzioni. Checché ne dicano i loro
oppositori, hanno effetti disastrosi sull'economia della Russia, che sta
trasformandosi in una colonia cinese.
La conclusione è che i "Tre Grandi" dell'Ue non devono
esagerare né con le promesse né con le pressioni. Le loro capacità
d'influenzare la situazione sono quelle che sono. Devono prenderne atto,
rinunciando a sfruttare l'occasione della visita a Kiev per farsi un po' di propaganda
all'interno dei loro Paesi. Se riescono a concludere qualcosa per il grano
ucraino, sarà già tutto "grasso che cola".
Tu come la pensi?
Verrà posta in luce la riconoscenza verso l'Ucraina, che si dissangua per difendere la libertà e per fronteggiare le mire imperiali di Mosca, sottacendo peraltro il fatto che una larga percentuale dei popoli dell'Ue considerano ormai gli ucraini dei "rompiscatole", che continuano a combattere per la loro terra e la loro identità, invece di fare la pace con la Russia, cedendole - come i falsi profeti nostrani continuano ad insistere - qualche pezzo di loro territorio, in modo da non recare danno alle economie europee e di far cessare gli imbarazzanti massacri che l'Occidente non riesce a fermare.
Poco credibili saranno concrete promesse d'invio delle armi pesanti, di cui gli ucraini hanno disperatamente bisogno per controbattere la potente artiglieria russa e ridurre le perdite. Malgrado il suo gran "can-can", i paesi Ue ne hanno inviate meno di un decimo di quelle Usa e Uk. I nostrani Alberto da Giussano e Napoleone del Gargano affermano (spero che lo facciano per loro interessi di bottega, non per calcoli consapevoli) che di armi gli ucraini ne hanno fin troppe e che non siano neppure persuasi che, come dice il papa, esse servano per la guerra, non per la pace. Tutt'al più, la responsabilità della guerra sarebbe della Nato, che l'avrebbe provocata (come? pagando Putin perché aggredisse l'Ucraina? abbaiando?) o, almeno, non prevenendola (ma come?). "Misteri della fede".
I "Tre Grandi" non potranno però sottrarsi ad affrontare i due argomenti più controversi. Primo, la cessione di territori in cambio della fine delle ostilità. Secondo, le garanzie che l'Ue sarebbe disposta a fornire all'Ucraina amputata di parte del suo territorio, qualora si raggiunga un accordo di tregua, che la trasformerebbe in una specie di Corea. La sostenibilità - quindi la stessa accettabilità di una tregua da parte di Kiev - dipende da tali garanzie. Senza di esse, il "cessate il fuoco" durerebbe solo fino quando Putin deciderà di raggiungere gli obiettivi che ha più volte esplicitato. Solo chi pensa di essere ancora ai tempi di Federico il Grande è persuaso che si possa scambiare un territorio con la pace. Oggi non è più così. Non lo è soprattutto nel caso dell'Ucraina di cui Putin nega l'esistenza come nazione.
Tutti riconoscono che le condizioni di pace e, soprattutto, la cessione di territori debbano essere decisi dagli stessi ucraini. La loro grande maggioranza, malgrado le distruzioni e le perdite, risulta decisa a combattere. I loro soldati non disertano né scappano. Una volta che abbiamo deciso di sostenere l'Ucraina non possiamo cambiare idea. Certamente, continuerebbero a combattere, con una guerra di guerriglia. Sanno che distruggerà l'Ucraina, ma combatteranno. Lo fanno già nei territori dell'Ucraina meridionale occupati dai russi. Si erano organizzati a farlo, prima che, con grande sorpresa di tutti, riuscirono a sconfiggere l'attacco russo a Kiev. Puntano sull'effetto delle sanzioni. Checché ne dicano i loro oppositori, hanno effetti disastrosi sull'economia della Russia, che sta trasformandosi in una colonia cinese.
La conclusione è che i "Tre Grandi" dell'Ue non devono esagerare né con le promesse né con le pressioni. Le loro capacità d'influenzare la situazione sono quelle che sono. Devono prenderne atto, rinunciando a sfruttare l'occasione della visita a Kiev per farsi un po' di propaganda all'interno dei loro Paesi. Se riescono a concludere qualcosa per il grano ucraino, sarà già tutto "grasso che cola".
Tu come la pensi?
siamo alle solite
Draghi
Di Francesco Bechis e Gianluca Zapponini | 19/05/2022 -
Politica
Con un Cdm d'urgenza a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Mario Draghi lancia un ultimatum ai partiti: se non si sblocca l'impasse sui balneari e il ddl Concorrenza, salta il Pnrr (e il governo). L'irritazione di Bruxelles: a rischio la tranche di dicembre. Girotto (M5S): non c'è ancora un punto di caduta accettabile
Questo governo è nato per attuare il Pnrr. E se non lo fa, non ha senso che stia in piedi. Ecco il senso dell'ultimatum recapitato ai partiti dal presidente del Consiglio Mario Draghi con un Cdm convocato d'urgenza a Palazzo Chigi e durato meno di mezz'ora.
L'impasse sul Ddl Concorrenza rischia di far saltare l'erogazione dei fondi europei per la ripresa. Il provvedimento è fermo da mesi nella Commissione Industria del Senato. Il primo nodo da sciogliere e con urgenza è la concessione per i balneari. A bloccarne l'approvazione in particolare l'emendamento all'articolo 2 sulle concessioni delle spiagge su cui non è stato ancora trovato un accordo politico.
Ma il tempo stringe: la Commissione Ue, spiegano fonti governative, segue quotidianamente la partita del ddl Concorrenza e ha manifestato segnali di irritazione per il pantano in cui è finito. Interpellato da Formiche.net in merito alla questione, il presidente della Commissione Industria del Senato, Gianni Girotto, ha spiegato come "per una volta si è fatta politica, i partiti si sono confrontati a lungo sui 21 articoli del ddl Concorrenza, nelle riunioni di maggioranza si stava nel merito". Ma il pomo della discordia, su cui davvero si rischia di arrivare alla fiducia minacciata dal premier, rimangono i balneari. Lo conferma lo stesso senatore: "sulla questione balneari le distanze sono notevoli e non si è ancora arrivati a un punto di caduta accettabile per la maggioranza. Negli ultimi giorni relatori, partiti e governo si sono confrontati su tale punto ma senza arrivare all'intesa".
Anche per questo Draghi ha deciso che sul provvedimento in aula sarà posta la questione di fiducia con una scadenza: il 31 maggio. La tabella di marcia europea è già finita fuori corsia. Lo stesso premier aveva garantito che il Ddl avrebbe dovuto avere il via libera di uno dei due rami del Parlamento entro aprile. Ballano intanto 200 miliardi di Pnrr. A rischio, se lo stallo dovesse continuare, è la tranche che la Commissione europea dovrà erogare a Roma a dicembre. Nel piano infatti è segnata in rosso la data del 31 dicembre del 2022 come termine ultimo per aver approvato, assieme alle altre riforme (formazione e scuole, parità di genere, incentivi alle imprese) la nuova legge sulla concorrenza.
Anche per la tranche di giugno però, spiegano fonti vicine a Palazzo Chigi, il tira e molla in corso sul provvedimento lancia "un pessimo segnale" in direzione Bruxelles. A far traboccare il vaso un comunicato congiunto di Lega e Forza Italia firmato dai rispettivi capigruppo a Palazzo Madama Massimiliano Romeo e Anna Maria Bernini in cui si chiedono "ulteriori approfondimenti sul tema delle concessioni balneari per arrivare a un testo condivisibile e quindi condiviso". Nella mattina, dopo aver riferito in aula sulla crisi in Ucraina, Draghi si è trattenuto per questo con il capogruppo forzista alla Camera Paolo Barelli. Poi in serata il cdm convocato ad horas, con un aut-aut: così non si va avanti
europea
Di Mario Arpino | 18/05/2022 - Difesa
Con Svezia e Finlandia pronte a entrare nella Nato si chiude l'ultima finestra europea della Russia di Putin. Ma lo zar se l'è cercata. Già otto anni fa, con la Crimea invasa, Helsinki e Stoccolma dicevano: never again. Il commento del generale Mario Arpino
Sulla stampa, in televisione e sui social in questi ultimi giorni abbiamo visto e sentito commenti divergenti circa la recente richiesta di Svezia e Finlandia (già nell'Unione Europea) di entrare a far parte anche della Nato. Perché tanta fretta nel voler rinunciare ad una neutralità da molti ormai data come vocazione immutabile? Perché Vladimir Putin, che sta cominciando a sbagliare toppe cose, è riuscito a compiere anche questo miracolo.
Ma è una questione con radici nei secoli: che tra Russia e Stati Baltici non sia mai corso buon sangue ce lo racconta la Storia. Nei primi anni dl '700 la rapida ascesa russa costituì una sgradevole sorpresa per i Paesi del Nord, sino ad allora dominati dalla potenza svedese o, comunque, sotto l'influenza diretta della corona di Svezia. Dopo la dura sconfitta inflitta nella battaglia di Poltava (1721) ad opera di Pietro il Grande, con il trattato di Nystad la Russia mise saldamente entrambi i piedi nel Baltico, sostituendo la Svezia nel ruolo di potenza dominante nel nord del continente.
A questa "finestra sull'Europa", (ricordiamo Danzica, ma anche l'enclave di Kaliningrad (già Kornigsbrg, la patria di Kant) la Russia non ha mai voluto rinunciare. Tanto meno la Russia d Putin (ormai ci ha posizionato i missili Iskander), che a tutt'oggi non tollera di vedere Stati baltici e dintorni nell'orbita occidentale. Sei anni orsono, nell'agosto 2016, ero stato invitato a Linkoping (c'è la fabbrica dei moderni caccia Gripen) assieme ad altri anziani colleghi ed amici già al vertice di aeronautiche europee e della Nato. L'occasione dell'incontro era il 90° anniversario dell'Aeronautica svedese.
Ricordo che nel corso della cerimonia ufficiale il ministro della difesa Peter Hultqvist - alla presenza del Sovrano - dava pubblica e puntuale lettura dell'indirizzo di saluto del governo. Lo conservo ancora. Confesso che mai, abituato da anni ai nostrani interventi "politicamente corretti", avevo udito un discorso così diretto, schietto, senza veli da parte di un ministro. Mancava solo una dichiarazione di guerra alla Russia.... I colleghi svedesi ci avevano molto carinamente fornito il testo scritto, che ancora conservo. C'era con noi anche il collega finlandese, che ha dato il via agli applausi. In questo momento mi sembra possa essere di interesse riportare, in libera traduzione, almeno alcune frasi della parte iniziale.
"La sicurezza europea è severamente messa a repentaglio dall'annessione illegale della Crimea e dall'aggressione nell'est dell'Ucraina. Con il crescente coinvolgimento in Siria, è evidente una sempre maggiore volontà politica russa di usare la violenza per conseguire i propri obiettivi. Oggi, si accresce il significato della Regione baltica per la sicurezza europea." (......) " La tensione è in continuo aumento e la situazione strategico-militare nell'area si va deteriorando, rendendo la Regione meno sicura. Da parte russa, continuiamo ad osservare esercitazioni militari su larga scala e attività provocatorie molto vicine ai nostri confini ed a quelli finlandesi, mentre continuiamo a udire da parte delle Autorità russe una retorica irresponsabile. Parlano ormai della Regione baltica come loro cortile di casa e propria sfera di interesse". (.....)
"Con ampio supporto del Parlamento, il governo svedese ha quindi deciso di incrementare sostanzialmente il bilancio della difesa per la prima volta dopo alcune decine di anni. Questo è un chiaro segno di come noi interpretiamo il deterioramento della situazione nell'area di nostro interesse strategico-militare". (.....) "La priorità chiave è incrementare la capacità di combattimento delle nostre forze armate, come pure sviluppare un nuovo concetto di Difesa Totale, che includa la difesa civile e quella contro la guerra psicologica". (.....)
"È necessario focalizzare l'attenzione sulla Regione, ridare enfasi alla difesa nazionale e pianificare per scenari di guerra". (.....) "Per questo, il nostro Governo sta ora perseguendo una politica di difesa che si basa su due concetti: la tradizionale politica di non allineamento va integrata con l'approfondimento della capacità di collaborazione con i nostri partner.
La Svezia ritiene che le sfide alla sicurezza europea possano essere fronteggiate solo con la cooperazione e l'azione comuno. Costruire assieme agli altri la nostra sicurezza è ormai una dei principi-guida della nostra politica. E' assieme ai nostri vicini dell'Unione Europea e della Nato che noi costruiremo la sicurezza nella regione del Baltico. Lo stiamo facendo con la Finlandia, con gli Stati Baltici, con l'Europa, la nato e gli Stati Uniti. La cooperazione con la Finlandia è, al momento, quella che sta progredendo più velocemente".
Il ministro aveva proseguito ancora a lungo, ma ai nostri fini è sufficiente fermarci qui. Ora sono trascorsi sei anni, ed i propositi stanno giungendo a maturazione. È bene dar modo al lettore di concentrarsi e fare, in autonomia, le proprie considerazioni. Ma una cosa è certa: non è più il caso di guardare alla Svezia come ad una nazione che, pur avendo una capacità tecnologica e di produzione di armamenti assai avanzata, si limita a mandare in giro per il mondo ambasciatori di pace, medici, infermieri ed ospedali da campo.
In barba alle dichiarazioni " Più Attenzione al consumo irrazionale del verde"
L'eco di BG 17.11.'21
PROVINCIA
«Soldi per un'autostrada e non sul trasporto pubblico»
«Soldi pubblici per un'infrastruttura che serve solo agli investitori privati e nessun finanziamento al trasporto pubblico»: questa in sintesi la posizione di Legambiente in merito all'autostrada Bergamo-Treviglio.
«Un'opera che doveva essere realizzata con un project financing, diventa un'opera finanziata per più del 30% da contributi regionali, che tradotto vuol dire che Regione Lombardia vuole utilizzare soldi pubblici per coprire il rischio d'impresa dei privati che vorrebbero realizzare l'opera, rischio d'impresa che non è coperto dagli incassi previsti dal pedaggio» spiega l'associazione ambientalista che ricorda «l'ulteriore finanziamento, deliberato dalla Regione» che porta «a 146,4 milioni di euro il contributo pubblico alla realizzazione di un'opera i cui costi stimati sono, per ora, di 470 milioni di euro».
Gli obiettivi di Giovannini
Ma Legambiente sottolinea anche che «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che dedica il 40% degli investimenti previsti agli obiettivi di transizione ecologica, pone l'obiettivo dello spostamento di almeno il 10% del traffico dalle auto private al trasporto pubblico». Obiettivi condivisi nella recente relazione sul Tpl trasmessa dal ministro Enrico Giovannini alle Camere.
Proprio «sul tema del trasporto pubblico, lo scorso ottobre l'Agenzia per il Trasporto pubblico locale di Bergamo ha indirizza una lettera al ministero delle infrastrutture, a Regione Lombardia e a tutte le istituzioni locali, per sottolineare la necessità imprescindibile di una maggiore quantità di risorse da dedicare al Tpl, risorse attualmente insufficienti. L'Agenzia chiede di incrementarle di almeno 5 milioni di euro, per scongiurare il tracollo del trasporto pubblico locale».
In sintesi, conclude Legambiente, «la Regione è disposta a finanziare più di 146 milioni di euro per la realizzazione di un'autostrada, incentivando il trasporto su auto privata mentre gli obiettivi del Pnrr suggeriscono esattamente il contrario, e alla richiesta dell'Agenzia del Tpl di aumentare di 5 milioni di euro i finanziamenti al trasporto pubblico locale risponde che "tocca allo stato". Ai cittadini non vien da chiedersi: è uno scherzo?».
UNITI E POSSIBILE
Come evidenziato da più parti nell'apparato politico così come nei diversi settori della produzione, una pandemia che seppur sotto controllo, e ancora presente nel tessuto sociale con meno vittime ma non del tutto vinta. Il vecchio detto, non tutto vien per nuocere a me caro, mi fa dire che per ogni tragedia compiuta il dopo vede quasi sempre una rapida ripresa, saper sfruttare al meglio le occasioni messe in campo dalla comunità Europea e dall'ultimo provvedimento del governo Draghi, chiamato PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilenzia) e essenziale per rilanciare un un'economia anestetizzata da una pandemia mondiale.
Il Piano e il documento che il governo Italiano ha predisposto per illustrare come intende gestire i fondi di Next generation Eu.
Questo prevede una suddivisione dei settori di intervento in 6 missioni principali, tra cui; demitizzazione; ecologia; infrastrutture per la mobilita sostenibile; istruzione e ricerca; coesione e inclusione, salute.
Per fare questa rivoluzione, l'Italia ha ottenuto finanziamenti per 191,5 miliardi di euro suddivisi tra sovvenzione (68,9miliardi) e prestiti per (122,6 miliardi) a queste risorse vanno aggiunti 13 miliardi di euro di cui il nostro paese beneficerà nell'ambito del programma; assistenza alla ripresa per la coesione dei territori d'Europa (React-Eu). Il governo Draghi ha inoltre, con apposito decreto-legge, stanziando ulteriori 30,62 miliardi che sono destinati a completare i progetti contenuti nel Pnrr.
Per ottenere queste risorse vanno indicati progetti che rientrano nelle sei missioni sopra illustrate. Fondamentale lo studio di progetti che diano al nostro territorio la possibilità di sviluppare quella sinergia che la politica amministrativa e il mondo della produzione e commercio attendono da decenni. Abbiamo bisogno di un metodo operandi nuovo e coeso nel definire idee e progetti in grado di dare nuovo slancio al nostro territorio.
L' Associazione Isola Bene Comune, fa appello a tutte le forze politiche dell'ambito Isola Bergamasca, per organizzare incontri pubblici col il fine di conoscere le diverse esigenze dei sopra citati settori, individuando forme e modelli adeguati d'intervento per la nostra area.
Green pass: cosa cambia da domani per scuola, trasporti, sport e cultura
SCUOLA / Prof e personale scolastico dovranno esibirlo sempre
Il decreto-legge del 6 agosto scorso sottolinea che è obiettivo dell'anno scolastico 2021/2022 svolgere in presenza l'attività didattica e scolastica, dalla scuola dell'infanzia a quella secondaria di secondo grado. È previsto l'obbligo di certificazione verde per tutto il personale scolastico, nonché per gli studenti universitari. Docenti e personale che non ottemperassero all'obbligo sono considerati in assenza ingiustificata e - dal 5° giorno di assenza - sospesi dal lavoro senza retribuzione. Nelle scuole è comunque prevista l'adozione dei dispositivi di protezione individuale, e la distanza superiore a un metro (se possibile). Presentando il decreto, il ministro Bianchi ha detto che in presenza di un caso di positività, la quarantena è di 10 giorni per i non vaccinati, di 7 giorni per i vaccinati.
MOBILITA' / Traghetti e autobus: vincoli legati alla lunga distanza
Anche i passeggeri di navi e traghetti per il trasporto interregionale sono soggetti all'esibizione del Green pass. Sono esentati solo i collegamenti marittimi nello Stretto di Messina, considerati al pari del trasporto pubblico locale. Infatti, l'obbligo non si applica neppure ai traghetti e aliscafi che operano collegamenti con le isole minori.
Analogo discorso riguarda gli autobus che effettuano servizio su percorsi che collegano più di due regioni: questi sono soggetti all'obbligo della certificazione verde. Altrettanto gli autobus di servizi di noleggio con conducente. Viceversa, la richiesta del Green pass non si applica al trasporto pubblico locale regionale: autobus, tram e metropolitane. Su questi mezzi resta ovviamente l'obbligo di indossare la mascherina.
SPORT E CULTURA / Musei, cinema e mostre: senza non si può entrate
Lo stesso decreto del 6 agosto scorso ha previsto l'immediato obbligo di esibizione del Green pass per il pubblico delle manifestazioni sportive e culturali. Nello specifico, nelle regioni in zona bianca e gialla, teatri, sale da concerto, cinema sono aperti al pubblico con posti preassegnati e con distanza interpersonale di almeno un metro. In zona bianca, la capienza consentita al chiuso non può essere superiore al 35 per cento di quella massima autorizzata. Eventi sportivi all'aperto possono avere il pubblico nella misura del 50 per cento di quella massima autorizzata. Aperti anche musei, luoghi della cultura e mostre, tutti ovviamente con il possesso di certificazione verde. Lo stesso vale per la partecipazione a fiere, convegni e congressi, e sagre locali.
SERVIZI EDUCATIVI / Per i minori di 12 anni c'è l'esenzione totale
Esentati dall'obbligo di certificazione verde sono i bambini sotto i 12 anni di età, per i quali i vaccini non sono indicati. Libera quindi la partecipazione ad attività per le quali agli adulti è richiesto il Green pass: mangiare al chiuso in un ristorante, visitare un museo o un parco di divertimento. Nemmeno per l'accesso di bambini e ragazzi ai centri educativi per l'infanzia e ai centri estivi è richiesta la certificazione verde. Altrettanto esentati dall'obbligo di vaccinazione per ottenere il Green pass sono coloro che per motivi di salute non possono ricevere o completare con la seconda dose il ciclo vaccinale. Diverso è il caso il rientro dai viaggi all'estero: non è richiesto il Green pass per gli under 12, ma per i bambini con più di 6 anni è richiesto un tampone molecolare o antigenico rapido. Per il viaggio all'estero i limiti possono variare a seconda del Paese di destinazione.
I sindaci della val Brembana fanno appello a Mattarella
Sindaci sanzionati, appelli a Mattarella e Lamorgese
Valle Brembana Lettera al Capo dello Stato di Ali-Legautonomie Lombardia Già 150 le firme di primi cittadini per chiedere l'annullamento dei verbali
fausta morandi
Arriva anche sulla scrivania del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la vicenda dei sindaci della Valle Brembana che in questi giorni stanno ricevendo la notifica di sanzioni per interruzione della viabilità durante la manifestazione per l'ospedale di San Giovanni Bianco del 7 agosto scorso.
A rivolgersi direttamente al Capo dello Stato, oltre che alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, è la presidente lombarda di Ali-Legautonomie, la sindaca di Crema Stefania Bonaldi. In una lettera inviata ieri, Bonaldi esprime solidarietà ai colleghi della valle e si domanda «cosa possa esservi di più "giusto" di un gruppo umano che si muove in corteo a tutela di un presidio pubblico che eroga prestazioni sanitarie, specie in una regione e in una provincia cui la pandemia ha chiesto un prezzo inaudito». Di qui l'auspicio che «anche grazie al Vostro importante intervento - è l'appello a Mattarella e Lamorgese - sia possibile giungere alla rimozione delle sanzioni e affrontare invece le questioni poste nel merito, che vedono l'intera Lombardia chiedere a gran voce un servizio sanitario più vicino ai territori e alle persone».
La petizione online
Non solo: al Presidente della Repubblica e alla titolare del Viminale, oltre che al prefetto di Bergamo Enrico Ricci, sarà indirizzata la petizione lanciata in questi giorni sul gruppo Facebook - riservato ad amministratori comunali, in carica o ex - «Sei sindaco se..». «Un gruppo di cui fanno parte circa 2.300 tra sindaci ed ex sindaci italiani - spiega il primo cittadino di Cavernago, Giuseppe Togni -. Da subito, quando è emersa questa vicenda, abbiamo pensato di esprimerci con una mozione». Il testo che circola, nel chiedere la tutela dei «colleghi colpiti ingiustamente dalle sanzioni amministrative» e l'annullamento d'ufficio dei verbali emessi, parla di «profondo sdegno» per l'accaduto e, citando un intervento proprio del presidente Sergio Mattarella in occasione dell'assemblea Anci del novembre scorso, evidenzia il ruolo giocato dagli amministratori, soprattutto dei Comuni più piccoli, nei mesi difficili dell'emergenza sanitaria. «Come è dunque possibile - si legge - che questi presìdi indispensabili e necessari dello Stato possano essere sanzionati per aver manifestato a sostegno della tutela dei servizi delle proprie comunità?». In due giorni, la petizione ha raccolto le adesioni di circa 150 sindaci italiani: «La lasceremo aperta ancora per qualche giorno, in modo da permettere a chi lo desidera di firmare, e poi la invieremo», aggiunge Togni.
Nei giorni scorsi, solidarietà ai sindaci della valle era giunta anche dall'Uncem, l'Unione delle Comunità montane, che aveva invocato «il buon senso da parte degli enti preposti al controllo», e dal presidente regionale dell'Anci, Mauro Guerra, che aveva anche assicurato il supporto dell'associazione qualora «dovesse proseguire il procedimento sanzionatorio».
Le memorie difensive
I sindaci intanto, supportati dall'avvocato Marco Zambelli di Zogno, preparano le memorie difensive. L'incontro dei giorni scorsi con il prefetto Enrico Ricci sembra aver contribuito a rasserenare un po' gli animi. «Per noi è importante che si torni a parlare del nostro ospedale - dice il presidente della Comunità montana Valle Brembana, Jonathan Lobati, tra i primi a ricevere la notifica della sanzione -. Voglio comunque sottolineare che non lasceremo soli i cittadini sanzionati, per ora abbiamo notizia solo di un caso, ma se ne arriveranno altri cercheremo di seguirne l'evoluzione tutti insieme».
RIFORMA DEL FISCO
PROFILO ETICO
Molti quotidiani e i relativi inserti riportano, ormai a cadenza regolare, un articolo sulla sostenibilità, sul benessere nei posti di lavoro, sull'ESG (Enviromental, Social and Governance). Gli economisti parlano di una visione di benessere che non è semplicemente legata al profilo economico; i premi Nobel per l'economia 2019 Abhijit V. Banerjee ed Esther Duflo scrivono, nel saggio Una buona economia per tempi difficili, "Gli economisti hanno la tendenza ad adottare una nozione di benessere spesso troppo ristretta, che coincide più o meno con il reddito o i consumi materiali. Ma tutti noi abbiamo bisogno di molto di più per vivere una vita appagante: il rispetto della comunità, il conforto della famiglia e degli amici, la dignità, la spensieratezza, il piacere".
Proviamo a vedere cosa succede in ambito tributario, dove si attende una riforma nel prossimo mese di settembre. O meglio, si attende una legge delega entro fine settembre che detterà le linee guida della riforma, che il Governo sarà poi chiamato ad attuare declinandone i contenuti.
A inizio novembre 2020 la VI Commissione Finanze della Camera e la 6a Commissione Finanze e Tesoro del Senato hanno avviato un'indagine conoscitiva sulla riforma dell'Irpef e altri aspetti dell'ordinamentotributario. Le Commissioni hanno prodotto un documento di sintesi a fine giugno con la funzione di "fungere da indirizzo politico al Governo per la predisposizione della legge delega sulla riforma fiscale". L'indagine ha una visione ampia del sistema fiscale italiano con il grosso pregio di non rivolgersi solo all'Irpef, come ci eravamo permessi di ammonire a ottobre 2020.
Entriamo ora nel dettaglio. Gli "obiettivi dell'intervento di riforma" che si prefiggono le 2 Commissioni sono quelli di "crescita dell'economia e semplificazione del sistema tributario". Cominciamo bene. Questi sono certamente due obiettivi che vanno nella direzione della sostenibilità che il mercato del lavoro e gli economisti sembrano andare cercando.
Scorrendo poi il documento riscontriamo con piacere che l'auspicio delle Commissioni sia quello di avere una "riforma fiscale organica e strutturale", apparendo, quindi, "fondamentale semplificare e razionalizzare il quadro normativo, per garantire certezza nell'applicazione delle norme e coerenza dell'impianto impositivo, nonché per assicurare che il sistema tributario sia percepito come equo, affidabile e trasparente e, infine, per ridurre l'elevato contenzioso".
Per arrivare a tale risultato, le Commissioni non si limitano solo al profilo "economico" della fiscalità (auspicando l'eliminazione di imposte minori e dell'Irap, la razionalizzazione della tassazione finanziaria, un decisivo intervento semplificatore in ambito Irpef su scaglioni, aliquote e detrazioni, il miglioramento della flat tax fino a 65.000 euro e tante altre novità) ma intervengono anche sul rapporto fisco-contribuente. Non ci viene propugnato il concetto, che un ministro cercò di far passare un po' di anni fa, che "Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute". Viene, invece, richiamato il "bisogno di un'evoluzione culturale" da parte del fisco e dei contribuenti, abbandonando i "pregiudizi nei confronti della 'controparte' (che tale non è, in quanto lo Stato altro non è che l'insieme dei contribuenti stessi)". Per le Commissioni lo "Stato deve allontanare ogni tendenza a considerare il contribuente un 'evasore che ancora non è stato scoperto' e, al contempo, efficientare i propri comportamenti" con attenzione anche all' "efficiente utilizzo delle risorse pubbliche raccolte con la tassazione". Dal canto suo, il contribuente "deve pienamente internalizzare il beneficio collettivo che deriva dal pagamento dei tributi, nella forma dell'erogazione di beni e servizi pubblici". I lettori ci scuseranno dell'eccessivo virgolettato ma ci stupisce e piace talmente tanto quanto scritto nel documento che abbiamo voluto riportarvelo tale e quale.
Le Commissioni non si fermano solo ai principi ma mettono a fuoco le modalità con cui questo nuovo "Patto Fiscale tra Stato e cittadini" debba essere attuato. Fondamentale è la digitalizzazione del Fisco, che non viene vista solo come uno strumento di controllo sui contribuenti ma anche come un mezzo per ridurre gli adempimenti e per mettere a disposizione di tutti i cittadini i dati in possesso della pubblica amministrazione in un contesto di "parità delle armi" e possibilità del contradditorio tra le parti; contradditorio sempre più da valorizzare in sede di accertamento quale presupposto "indefettibile" della sua validità. La presenza di informazioni in banche date complete e trasparenti potrebbe arrivare fin a superare gli accertamenti presuntivi.
Sono encomiabili i passaggi del documento in cui si prevede (o, meglio, si ipotizza, visto che siamo ancora in un ambito di ipotesi) di premiare i contribuenti leali e di differenziare le sanzioni in caso di omesso versamento per errore da quello per comprovate condizioni di difficoltà economica e finanziaria. Questo è un annoso quanto triste dibattito che ha visto la Cassazione più volte sollecitata, specialmente in ambito penale.
Sicuramente ci sarebbe piaciuto vedere molto più inchiostro speso per la parte non economica della riforma ma apprezziamo molto lo sforzo fatto dalle Commissioni di Camera e Senato per costruire quello che a ottobre 2020 abbiamo definito "un sistema fiscale nuovo, rigenerativo e sostenibile".
Spetta ora al Legislatore fare il suo dovere e predisporre una legge delega coi fiocchi che dedichi ampia parte al profilo etico della tassazione. Sarebbe encomiabile che anche i giornali aprissero un dibattito sulla questione e non si limitassero solo a parlare di taglio delle aliquote o caccia all'evasore.
Ricordiamoci che un sistema fiscale equo ed etico porta investimenti e crescita dell'economia. Tutti sanno che un investitore non cerca solo una tassazione bassa, anzi, in alcuni casi, non ne è proprio attratto, ma basa le sue decisioni di investimento sull'affidabilità del sistema, sulla professionalità e correttezza della pubblica amministrazione e sulla rapidità e competenza dei tribunali. E sì, le commissioni tributarie! Qui ci sarebbe molto da dire ma permetteteci di non toccare il profilo della giustizia tributaria dal momento che il nostro Pietro ha partecipato ai lavori della Commissione Interministeriale sulla riforma della giustizia tributaria che sono ora al vaglio del Governo.
Ci si permetta solo di ricordare, come pubblicato sui giornali, che la Commissione ha formulato due proposte distinte e la discussione si è accesa fino a prevedere una raccolta firme a favore della soluzione che prevede una magistratura a tempo pieno.
L'argomento che stiamo trattando richiederebbe certo di soffermarci sul cronoprogramma delle riforme per il Fisco che si dice Palazzo Chigi abbia mandato al MEF. Dalla lettura delle notizie di stampa si intravede una forte spinta verso la lotta all'evasione con incremento del gettito del 15% rispetto al 2019. Se decidessimo di toccare la questione, dovremmo però aprire il vaso di Pandora su come viene calcolata l'evasione in Italia e se siamo ancora in un contesto di caccia senza frontiere all'evasore da parte di "esattori" delle tasse nella concezione dell'arte cinquecentesca di cui La Vocazione di San Matteo del Caravaggio ne è una rappresentazione emblematica. Prima, però, di fare ciò dovremmo leggere il documento della Presidenza del Consiglio e capire se la propaganda fa vedere solo il suo lato oscuro o c'è qualcosa al di là del profilo economico che ci sfugge.
Per il momento restiamo nell'incanto del lavoro fatto dalle Commissioni parlamentari e cerchiamo di sviluppare il profilo etico e sostenibile della tassazione, sui cui ci ripromettiamo di tornare.
Molti quotidiani e i relativi inserti riportano, ormai a cadenza regolare, un articolo sulla sostenibilità, sul benessere nei posti di lavoro, sull'ESG (Enviromental, Social and Governance). Gli economisti parlano di una visione di benessere che non è semplicemente legata al profilo economico; i premi Nobel per l'economia 2019 Abhijit V. Banerjee ed Esther Duflo scrivono, nel saggio Una buona economia per tempi difficili, "Gli economisti hanno la tendenza ad adottare una nozione di benessere spesso troppo ristretta, che coincide più o meno con il reddito o i consumi materiali. Ma tutti noi abbiamo bisogno di molto di più per vivere una vita appagante: il rispetto della comunità, il conforto della famiglia e degli amici, la dignità, la spensieratezza, il piacere".
Proviamo a vedere cosa succede in ambito tributario, dove si attende una riforma nel prossimo mese di settembre. O meglio, si attende una legge delega entro fine settembre che detterà le linee guida della riforma, che il Governo sarà poi chiamato ad attuare declinandone i contenuti.A inizio novembre 2020 la VI Commissione Finanze della Camera e la 6a Commissione Finanze e Tesoro del Senato hanno avviato un'indagine conoscitiva sulla riforma dell'Irpef e altri aspetti dell'ordinamentotributario. Le Commissioni hanno prodotto un documento di sintesi a fine giugno con la funzione di "fungere da indirizzo politico al Governo per la predisposizione della legge delega sulla riforma fiscale". L'indagine ha una visione ampia del sistema fiscale italiano con il grosso pregio di non rivolgersi solo all'Irpef, come ci eravamo permessi di ammonire a ottobre 2020.
Entriamo ora nel dettaglio. Gli "obiettivi dell'intervento di riforma" che si prefiggono le 2 Commissioni sono quelli di "crescita dell'economia e semplificazione del sistema tributario". Cominciamo bene. Questi sono certamente due obiettivi che vanno nella direzione della sostenibilità che il mercato del lavoro e gli economisti sembrano andare cercando.
Scorrendo poi il documento riscontriamo con piacere che l'auspicio delle Commissioni sia quello di avere una "riforma fiscale organica e strutturale", apparendo, quindi, "fondamentale semplificare e razionalizzare il quadro normativo, per garantire certezza nell'applicazione delle norme e coerenza dell'impianto impositivo, nonché per assicurare che il sistema tributario sia percepito come equo, affidabile e trasparente e, infine, per ridurre l'elevato contenzioso".
Per arrivare a tale risultato, le Commissioni non si limitano solo al profilo "economico" della fiscalità (auspicando l'eliminazione di imposte minori e dell'Irap, la razionalizzazione della tassazione finanziaria, un decisivo intervento semplificatore in ambito Irpef su scaglioni, aliquote e detrazioni, il miglioramento della flat tax fino a 65.000 euro e tante altre novità) ma intervengono anche sul rapporto fisco-contribuente. Non ci viene propugnato il concetto, che un ministro cercò di far passare un po' di anni fa, che "Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute". Viene, invece, richiamato il "bisogno di un'evoluzione culturale" da parte del fisco e dei contribuenti, abbandonando i "pregiudizi nei confronti della 'controparte' (che tale non è, in quanto lo Stato altro non è che l'insieme dei contribuenti stessi)". Per le Commissioni lo "Stato deve allontanare ogni tendenza a considerare il contribuente un 'evasore che ancora non è stato scoperto' e, al contempo, efficientare i propri comportamenti" con attenzione anche all' "efficiente utilizzo delle risorse pubbliche raccolte con la tassazione". Dal canto suo, il contribuente "deve pienamente internalizzare il beneficio collettivo che deriva dal pagamento dei tributi, nella forma dell'erogazione di beni e servizi pubblici". I lettori ci scuseranno dell'eccessivo virgolettato ma ci stupisce e piace talmente tanto quanto scritto nel documento che abbiamo voluto riportarvelo tale e quale.
Le Commissioni non si fermano solo ai principi ma mettono a fuoco le modalità con cui questo nuovo "Patto Fiscale tra Stato e cittadini" debba essere attuato. Fondamentale è la digitalizzazione del Fisco, che non viene vista solo come uno strumento di controllo sui contribuenti ma anche come un mezzo per ridurre gli adempimenti e per mettere a disposizione di tutti i cittadini i dati in possesso della pubblica amministrazione in un contesto di "parità delle armi" e possibilità del contradditorio tra le parti; contradditorio sempre più da valorizzare in sede di accertamento quale presupposto "indefettibile" della sua validità. La presenza di informazioni in banche date complete e trasparenti potrebbe arrivare fin a superare gli accertamenti presuntivi.
Sono encomiabili i passaggi del documento in cui si prevede (o, meglio, si ipotizza, visto che siamo ancora in un ambito di ipotesi) di premiare i contribuenti leali e di differenziare le sanzioni in caso di omesso versamento per errore da quello per comprovate condizioni di difficoltà economica e finanziaria. Questo è un annoso quanto triste dibattito che ha visto la Cassazione più volte sollecitata, specialmente in ambito penale.
Sicuramente ci sarebbe piaciuto vedere molto più inchiostro speso per la parte non economica della riforma ma apprezziamo molto lo sforzo fatto dalle Commissioni di Camera e Senato per costruire quello che a ottobre 2020 abbiamo definito "un sistema fiscale nuovo, rigenerativo e sostenibile".
Spetta ora al Legislatore fare il suo dovere e predisporre una legge delega coi fiocchi che dedichi ampia parte al profilo etico della tassazione. Sarebbe encomiabile che anche i giornali aprissero un dibattito sulla questione e non si limitassero solo a parlare di taglio delle aliquote o caccia all'evasore.
Ricordiamoci che un sistema fiscale equo ed etico porta investimenti e crescita dell'economia. Tutti sanno che un investitore non cerca solo una tassazione bassa, anzi, in alcuni casi, non ne è proprio attratto, ma basa le sue decisioni di investimento sull'affidabilità del sistema, sulla professionalità e correttezza della pubblica amministrazione e sulla rapidità e competenza dei tribunali. E sì, le commissioni tributarie! Qui ci sarebbe molto da dire ma permetteteci di non toccare il profilo della giustizia tributaria dal momento che il nostro Pietro ha partecipato ai lavori della Commissione Interministeriale sulla riforma della giustizia tributaria che sono ora al vaglio del Governo.
Ci si permetta solo di ricordare, come pubblicato sui giornali, che la Commissione ha formulato due proposte distinte e la discussione si è accesa fino a prevedere una raccolta firme a favore della soluzione che prevede una magistratura a tempo pieno.
L'argomento che stiamo trattando richiederebbe certo di soffermarci sul cronoprogramma delle riforme per il Fisco che si dice Palazzo Chigi abbia mandato al MEF. Dalla lettura delle notizie di stampa si intravede una forte spinta verso la lotta all'evasione con incremento del gettito del 15% rispetto al 2019. Se decidessimo di toccare la questione, dovremmo però aprire il vaso di Pandora su come viene calcolata l'evasione in Italia e se siamo ancora in un contesto di caccia senza frontiere all'evasore da parte di "esattori" delle tasse nella concezione dell'arte cinquecentesca di cui La Vocazione di San Matteo del Caravaggio ne è una rappresentazione emblematica. Prima, però, di fare ciò dovremmo leggere il documento della Presidenza del Consiglio e capire se la propaganda fa vedere solo il suo lato oscuro o c'è qualcosa al di là del profilo economico che ci sfugge.
Per il momento restiamo nell'incanto del lavoro fatto dalle Commissioni parlamentari e cerchiamo di sviluppare il profilo etico e sostenibile della tassazione, sui cui ci ripromettiamo di tornare.
23/07/21
Ultime dal fronte Covi-d.
Coronavirus in Italia: i dati aggiornati
Negli ultimi 30 giorni:
- i casi registrati sono stati 29.821;
- di cui 298 tra gli operatori sanitari;
- 29 anni è l'età mediana dei casi registrati (in calo rispetto all'età media da inizio pandemia pari a 46 anni);
- il 53,8% di coloro che hanno preso il Covid-19 sono uomini, 46,2% le donne. Se guardiamo da inizio pandemia le percentuali sono rovesciate: 48,9% per gli uomini, 51,1% per le donne;
- sono state registrate 384 morti causate dal virus;
- 53.704 sono stati i guariti nell'ultimo mese.
=> Confronta con la situazione in Italia a Giugno 2021
Alle ore 20:00 del 18 luglio 2021 in Italia si contavano:
- 46,113 persone positive al Covid-19, con un incremento sul giorno prima di +2,622 nuovi casi;
- 4,113,478 dimessi/guariti da inizio pandemia, con un incremento di +501 su base giornaliera;
- 127,867 deceduti (+3);
- 4,287,458 casi da inizio pandemia (+3,127).
Regioni - totale casi, attuali e incremento:
- Lombardia: 845,898 (7,407) (369)
- Veneto: 428,550 (6,816) (379)
- Campania: 427,230 (7,201) (244)
- Emilia-Romagna: 388,745 (2,706) (266)
- Piemonte: 363,759 (1,008) (77)
- Lazio: 349,414 (3,399) (471)
- Puglia: 254,196 (1,758) (70)
- Toscana: 245,976 (2,056) (243)
- Sicilia: 235,496 (5,123) (404)
- Friuli Venezia Giulia: 107,257 (248) (16)
- Marche: 104,312 (1,486) (60)
- Liguria: 103,882 (338) (72)
- Abruzzo: 75,393 (990) (52)
- P.A. Bolzano: 73,504 (184) (15)
- Calabria: 69,642 (2,006) (39)
- Sardegna: 58,476 (1,799) (233)
- Umbria: 57,146 (753) (67)
- P.A. Trento: 45,958 (147) (24)
- Basilicata: 27,091 (554) (11)
- Molise: 13,821 (108) (13)
- Valle d'Aosta: 11,712 (26) (2)
Province - totale e incremento casi:
- Milano: 273,316 (108)
- Napoli: 251,538 (132)
- Roma: 250,833 (447)
- Torino: 195,074 (35)
- Brescia: 106,760 (28)
- Bari: 95,379 (26)
- Bologna: 93,707 (43)
- Varese: 86,290 (36)
- Verona: 83,533 (138)
- Padova: 82,121 (48)
- Treviso: 80,450 (58)
- Monza e della Brianza: 79,575 (43)
- Bolzano: 73,504 (15)
- Vicenza: 70,564 (43)
- Palermo: 70,510 (67)
- Venezia: 70,087 (61)
- Salerno: 68,600 (45)
- Firenze: 68,008 (81)
- Caserta: 66,314 (42)
- Modena: 64,971 (34)
- Catania: 60,973 (44)
- Como: 60,291 (27)
- Genova: 54,128 (36)
- Bergamo: 53,470 (8)
- Cuneo: 52,467 (13)
- Udine: 50,410 (8)
- Reggio nell'Emilia: 47,530 (48)
- Trento: 45,958 (24)
- Foggia: 45,261 (3)
- Pavia: 44,053 (6)
- Perugia: 43,552 (55)
- Taranto: 39,612 (8)
- Forlì-Cesena: 36,804 (13)
- Mantova: 35,835 (33)
- Rimini: 35,826 (61)
- Latina: 34,844 (7)
- Ancona: 33,200 (21)
- Frosinone: 31,385 (8)
- Ravenna: 30,608 (12)
- Pisa: 29,373 (14)
- Alessandria: 29,161 (17)
- Parma: 28,223 (20)
- Novara: 28,091 (6)
- Lecce: 27,209 (11)
- Cremona: 26,995 (5)
- Messina: 26,905 (18)
- Barletta-Andria-Trani: 25,632 (3)
- Lecco: 24,985 (8)
- Lucca: 24,883 (35)
- Pesaro e Urbino: 23,538 (8)
- Cosenza: 23,339 (15)
- Reggio di Calabria: 23,296 (20)
- Pistoia: 23,133 (18)
- Piacenza: 23,116 (26)
- Ferrara: 23,005 (6)
- Arezzo: 22,977 (15)
- Prato: 22,771 (30)
- Belluno: 21,553 (15)
- Macerata: 21,426 (12)
- Trieste: 21,258 (0)
- Pordenone: 21,115 (6)
- Avellino: 20,446 (13)
- Brindisi: 19,897 (14)
- Chieti: 19,564 (4)
- L'Aquila: 19,184 (10)
- Pescara: 18,287 (18)
- Teramo: 17,652 (17)
- Sassari: 17,623 (20)
- Livorno: 17,600 (6)
- Potenza: 17,482 (8)
- Asti: 17,249 (1)
- Lodi: 16,981 (24)
- Siracusa: 16,922 (28)
- Savona: 16,578 (6)
- Viterbo: 16,110 (2)
- Cagliari: 15,697 (162)
- Sondrio: 15,442 (3)
- Trapani: 14,468 (28)
- Imperia: 14,403 (7)
- Rovigo: 14,023 (4)
- Siena: 13,993 (20)
- La Spezia: 13,845 (10)
- Vercelli: 13,614 (1)
- Ragusa: 13,584 (63)
- Massa Carrara: 13,386 (8)
- Gorizia: 13,078 (1)
- Verbano-Cusio-Ossola: 12,831 (1)
- Caltanissetta: 12,730 (76)
- Benevento: 12,612 (7)
- Agrigento: 12,610 (59)
- Ascoli Piceno: 11,631 (9)
- Biella: 11,316 (0)
- Aosta: 11,292 (1)
- Terni: 11,245 (6)
- Nuoro: 10,985 (2)
- Fermo: 10,322 (3)
- Rieti: 10,305 (1)
- Catanzaro: 10,272 (0)
- Campobasso: 9,982 (13)
- Grosseto: 9,297 (16)
- Matera: 8,981 (3)
- Sud Sardegna: 8,929 (36)
- Enna: 6,794 (21)
- Crotone: 6,615 (3)
- Vibo Valentia: 5,580 (1)
- Oristano: 5,228 (13)
- Isernia: 3,766 (0)
Riflettiamo sulla definizione Patria.
Maturità di Oriana Fallaci
E quando mi presentai alla prova scritta, il tema di italiano, non ricordavo neanche chi fosse Dante Alighieri. I miei piedi erano ghiacci, lo stomaco contratto mi rimandava in bocca il sapore dello zabaglione che la mamma mi aveva imposto per 《tirarmi su》, l'angoscia mi strozzava. Ma poi ci comunicarono il tema: 《il concetto di patria dalla polis greca ad oggi》. E fu peggio che dar fuoco alle polveri delle mie infantili rivolte, delle mie infantili utopie. Il freddo sparì, insieme al sapore di zabaglione, l' angoscia dileguo'.
Brandii la stilografica, mi gettai come un lupo ringhioso sul foglio protocollo, e questo (più o meno) è il riassunto di ciò che scrissi per otto colonne piene.
<<Patria, che vuol dire patria. La patria di chi? La patria degli schiavi e dei cittadini che possedeva gli schiavi? La patria di Meleto o la patria di Socrate messo a morte con le leggi della patria? La patria degli ateniesi o la patria degli spartani che parlavano la stessa lingua degli ateniesi però si squartavano tra loro come molti secoli dopo avrebbero fatto i fiorentini e i senesi, i veneziani e i genovesi, i fascisti e gli antifascisti? E' da quando ho imparato a leggere che mi si parla di patria: amor patrio, orgoglio patrio, patria bandiera. E ancora non ho capito cosa vuol dire. Anche Mussolini parlava di patria, anche i repubblichini che nel marzo del '44 arrestarono mio padre e fracassandolo di botte gli gridavano se-non-confessi-domattina-ti-fuciliamo-al-Parterre. Anche Hitler. Anche Vittorio Emanuele III e Badoglio. Era patria la loro o la mia? E per i francesi la patria qual è? Quella di De Gaulle o quella di Pétain? E per i russi del '17 qual era? Quella di Lenin o quella dello zar? Io ne ho abbastanza di questa parola in nome della quale si scanna e si muore. La mia patria è il mondo e non mi riconosco nei costumi e nella lingua e nei confini dentro cui il caso mi ha fatto nascere. Confini che cambiano a seconda di chi vince o chi perde come in Istria dove fino a ieri la patria si chiamava Italia sicché bisognava uccidere ed essere uccisi per l'Italia ma ora si chiama Iugoslavia sicché bisogna uccidere ed essere uccisi per la Iugoslavia. Invece di darci il tema sul concetto di questa patria che cambia come le stagioni, perché non ci date un tema sul concetto di libertà. La libertà non cambia a seconda di chi vince e chi perde. E tutti sanno cosa vuol dire. Vuol dire dignità, rispetto di sé stessi e degli altri, rifiuto dell'oppressione. Ce l'hanno ricordato le creature che sono morte in carcere, sotto le torture, nei campi di sterminio, dinnanzi ai plotoni di esecuzione gridando viva la libertà, non viva la patria...>>.
Successe un finimondo. Alcuni dei professori che componevano la commissione esaminatrice sostenevano che ero pazza e immatura, altri che ero savia e insolitamente matura. Vinsero i secondi e mi dettero dieci meno.
Oriana Fallaci
Conoscere il territorio
DOMANI 17 luglio 21 alle 15,45
Visita guidata nella Mapello medievale
Un'immersione nel Medioevo di Mapello, viaggiando tra le vie e i segreti del borgo in un'atmosfera dal sapore antico, originata dalla compagnia dei figuranti del gruppo storico mapellese. Domani pomeriggio Mapello riporta indietro le lancette della storia: dalle 15,45 si svolgerà la visita guidata alla scoperta del lontano passato del borgo. Il ritrovo è nella centrale Piazza IV Novembre, dove i visitatori saranno attesi dai figuranti che porteranno nel presente i costumi e gli usi medioevali. A seguito della visita guidata avrà luogo la passeggiata che condurrà al santuario della Madonna di Prada, sullo sterrato del lungo rettilineo che collega il centro storico al complesso mariano. L'evento, organizzato da Promoisola, prevede 20 posti disponibili e durerà un'ora e mezza. Domenica, visita guidata nel Palazzo Furietti Carrara di Presezzo impreziosito dall'arte nobile del '700. Le visite divise in 2 turni: alle 15 e alle 16,15. Per entrambe le iniziative è necessaria la prenotazione sulla pagina Eventbride di Promoisola. C. Kl.
Dopo il via libera della Commissione UE arriva anche quello dell'Ecofin, che riunisce i ministeri finanziari dei paesi membri: diventa sostanzialmente operativo il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), così che inizieranno ad arrivare i primi finanziamenti europei. «Questo è il vero inizio di tutto il Next Generation Eu», ha dichiarato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni.
=> PNRR, le misure per la digitalizzazione delle PMI
- Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura: 49,2 miliardi;
- Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica: 68,6 miliardi,
- Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile: 31,4 miliardi,
- Istruzione e Ricerca: 31,9 miliardi di euro,
- Inclusione e Coesione: 22,4 miliardi,
- Salute: 18,5 miliardi.
L'Ecofin ha approvato definitivamente tutti i piani presentati dai primi 12 paesi. Quindi i prefinanziamenti arriveranno nelle prossime settimane ad Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna.
L'Italia, nell'ambito del piano, riceverà 191 miliardi di euro. Avendo chiesto, come tutti gli altri paesi, un prefinanziamento fino al 13%, dovrebbe ricevere «25 miliardi di euro fra qualche settimana» ha sottolineato il ministro dell'Economia, Daniele Franco. «Non sono destinati a specifici progetti» del PNRR ma «entrano nelle casse del Tesoro che in parallelo sta già prefinanziando». Sarà un versamento in un'unica soluzione tra fine luglio e inizio agosto.
In ogni caso, si tratta della partenza ufficiale del Recovery Plan, come sottolinea Palazzo Chigi: «con il via libera dell`Ecofin a breve arriveranno i primi fondi per l'attuazione del nostro PNRR. Siamo pronti a costruire un'Italia più verde, innovativa e inclusiva. L'Italia di domani» (hashtag ufficiale: #ItaliaDomani). Per il Premier Mario Draghi, questo risultato deve essere considerato anche «uno stimolo a spendere bene i soldi e approvare in tempi rapidi le riforme, presupposti necessari per ricevere tutti i 191,5 miliardi, in prestiti e sussidi. E per continuare a mostrarci un Paese credibile e affidabile».
Il piano italiano, lo ricordiamo, vale 222 miliardi, perchè ai 191 mld di Bruxelles somma 30,6 miliardi del Fondo complementare. In più, ci sono 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche e per il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione. Nel complesso si potrà quindi disporre di circa 248 miliardi di euro. Le sei missioni e le relative risorse:
Come è noto, Next Generation EU è il piano da 672,5 miliardi di euro che mira a stimolare la ripresa economica europea sostenendo l'attuazione di riforme e progetti di investimento negli Stati membri. Le misure approvate mediante i piani nazionali si concentrano su sei aree di intervento (Pilastri) definite nel regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza, tra cui figurano la transizione verde, la trasformazione digitale, una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, la coesione sociale e territoriale. «Le decisioni adottate su quasi la metà dei piani nazionali rappresentano un importante passo avanti nella ripresa economica europea, poiché consentono agli Stati membri di concludere le prime convenzioni di finanziamento e sbloccare i versamenti dei prefinanziamenti», sottolinea il Consiglio UE.
L'Italia, nell'ambito del piano, riceverà 191 miliardi di euro. Avendo chiesto, come tutti gli altri paesi, un prefinanziamento fino al 13%, dovrebbe ricevere «25 miliardi di euro fra qualche settimana» ha sottolineato il ministro dell'Economia, Daniele Franco. «Non sono destinati a specifici progetti» del PNRR ma «entrano nelle casse del Tesoro che in parallelo sta già prefinanziando». Sarà un versamento in un'unica soluzione tra fine luglio e inizio agosto.
In ogni caso, si tratta della partenza ufficiale del Recovery Plan, come sottolinea Palazzo Chigi: «con il via libera dell`Ecofin a breve arriveranno i primi fondi per l'attuazione del nostro PNRR. Siamo pronti a costruire un'Italia più verde, innovativa e inclusiva. L'Italia di domani» (hashtag ufficiale: #ItaliaDomani). Per il Premier Mario Draghi, questo risultato deve essere considerato anche «uno stimolo a spendere bene i soldi e approvare in tempi rapidi le riforme, presupposti necessari per ricevere tutti i 191,5 miliardi, in prestiti e sussidi. E per continuare a mostrarci un Paese credibile e affidabile».
Il piano italiano, lo ricordiamo, vale 222 miliardi, perchè ai 191 mld di Bruxelles somma 30,6 miliardi del Fondo complementare. In più, ci sono 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche e per il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione. Nel complesso si potrà quindi disporre di circa 248 miliardi di euro. Le sei missioni e le relative risorse:
Come è noto, Next Generation EU è il piano da 672,5 miliardi di euro che mira a stimolare la ripresa economica europea sostenendo l'attuazione di riforme e progetti di investimento negli Stati membri. Le misure approvate mediante i piani nazionali si concentrano su sei aree di intervento (Pilastri) definite nel regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza, tra cui figurano la transizione verde, la trasformazione digitale, una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, la coesione sociale e territoriale. «Le decisioni adottate su quasi la metà dei piani nazionali rappresentano un importante passo avanti nella ripresa economica europea, poiché consentono agli Stati membri di concludere le prime convenzioni di finanziamento e sbloccare i versamenti dei prefinanziamenti», sottolinea il Consiglio UE.
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09/07/21
Decreto legge
Bonus TV
È stato firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti il decreto attuativo che rende operativo il Bonus TV 2021, che servirà ad aiutare i cittadini nell'acquisto di un nuovo televisore compatibile con i nuovi standard tecnologici di trasmissione del digitale terrestre Dvbt-2/Hevc Main 10.
Nel 2022 è previsto il passaggio a un nuovo standard per le frequenze televisive del digitale terrestre. Per questo motivo, molti degli apparecchi posseduti dagli italiani risulteranno obsoleti a partire dal prossimo anno, e sarà necessario l'acquisto di una nuova TV o di un decoder. Il Governo è già intervenuto in aiuto dei cittadini, dapprima con il contributo previsto dalla Legge di Bilancio 2018 e prorogato dalla Manovra 2021, soggetto a limiti di reddito, e adesso con un nuovo bonus legato alla rottamazione.
Il bonus in questione non sarà legato quindi alla dichiarazione ISEE di chi lo richiede ma occorrerà comunque il possesso di determinati requisiti, primo su tutti la rottamazione di un vecchio televisore.
Vediamo quindi cosa serve per richiedere il nuovo Bonus TV 2021 e come ottenerlo
Come anticipato in precedenza, il nuovo Bonus TV 2021 è un contributo legato all'acquisto di un nuovo televisore, in grado di accedere alle nuove frequenze del digitale terrestre che verranno attivate entro il 20 giugno 2022, mentre le precedenti frequenze utilizzate per le trasmissioni televisive verranno destinate al 5G.
Il Bonus viene erogato sotto forma di sconto direttamente all'acquisto del nuovo apparecchio, nella misura del 20% sul prezzo dell'apparecchio e fino a un massimo di 100 euro.
Requisiti
Una delle caratteristiche importanti del bonus è che questo è legato alla rottamazione di un vecchio apparecchio TV. L'apparecchio deve essere stato acquistato prima del 22 dicembre 2018 e non deve essere compatibile con il nuovo standard del digitale terrestre. Non sono previsti limiti di reddito per l'accesso al bonus.
Gli altri due requisiti necessari per la richiesta del bonus sono:
- essere residenti in Italia;
- essere in regola con il pagamento del canone Rai.
A questo proposito, possono accedere al bonus anche i cittadini di età pari o superiore a settantacinque anni, che sono esonerati dal pagamento del canone.
PETZIONE SULL'AUMENTO DEL SERVIZIO IDRICO INTETRATO PROVINCIALE

Da diverso tempo l'associazione Isola Bene Comune si domanda quali le motivazioni che hanno portato la tariffa del Servizio Idrico Integrato a livelli incomprensibili, con aumenti oltre il 20% nel triennio 2020/23. e come se questi aumenti non bastassero, visto il periodo, il gestore unico per la Provincia di Bergamo Uniacque S.p.A. chiede, in virtù di una norma legislativa assurda, un aumento di tariffa retroattivo, sul consumo riferito al periodo 1° gennaio 15 novembre 2019.
Per capire le motivazioni di queste scelte inconcepibili, viste le difficoltà portate dalla pandemia, l'associazione ha chiesto ed ottenuto un incontro con il gestore Uniacque, incontro che ha generato perplessità sulla decisione di applicare un'aggiunta di costo per un servizio già erogato. Tale aumento è stato però approvato dai Comuni, che detengono la totalità delle azioni del gestore Uniacque S.p.A.
La petizione che vogliamo sottoporvi è la seguente: il tuo sindaco - che è membro dell'assemblea dei soci di Uniacque - ha partecipato all'ultima assemblea di bilancio dove si è deciso l'aumento che noi contestiamo? E se ha partecipato, chiedi se ha votato l'aumento proposto dal gestore.
Domandiamo poi al Presidente della Provincia e ai politici locali: se sono consapevoli delle inaccettabili richieste di retroattività di tariffa di un servizio già erogato e pagato dall'utente al precedente gestore. Alla politica con la P maiuscola chiediamo una maggiore attenzione sulle scelte che vanno ad incidere in modo significativo sull'economia del territorio, e non - come spesso avviene - fare scelte da politicanti.
Chiediamo agli organi competenti e alla Politica, la restituzione di somme non dovuto per servizi gia erogati e regolarmente pagati all'ente erogante nel periodo primo 1° gennaio 15 novembre 2019
Se vuoi puoi dare voce alla tua protesta sottoscrivendo questa petizione in modo tale che la nostra protesta possa essere forte nei confronti di chi sostiene a parole l'interesse del cittadino ma che nei fatti prende decisioni opposte.
Condivido.
www.isola-bene-comune.webnode.it
Il tuo titolo va qui
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Il testo inizia qui. Puoi cliccare e iniziare a scrivere. Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error sit voluptatem accusantium doloremque laudantium totam rem aperiam eaque ipsa quae ab illo inventore veritatis et quasi.
Ea commodi consequatur quis autem vel eum iure reprehenderit qui in ea voluptate velit esse quam nihil molestiae consequatur vel illum qui dolorem eum fugiat quo voluptas nulla.
Dalmine tassa rifiuti
di Gloria Vitali il 01/07/2021
Rifiuti, imprese e famiglie in crisi Dalmine alleggerisce la tassa fino al 70%
Dalmine La variazione delle tariffe votata all'unanimità nell'ultimo Consiglio comunale Bar, esercizi da asporto e barbieri: sconti del 50%. Da 40 a 20 euro di risparmio per i cittadini
Non solo sgravi ai
commercianti, che per alcune categorie arriveranno a una riduzione del 60% e
del 70%, ma anche alle famiglie con un basso Isee. Dalmine approva
all'unanimità nell'ultimo Consiglio comunale le tariffe e le agevolazioni sulla
Tari per il 2021 per alcune utenze non domestiche con delle differenze, però,
rispetto all'anno scorso. Se per il 2020 Dalmine aveva deliberato per tutte le
attività un azzeramento della tassa per i 3 mesi di lock down (quindi una
riduzione del 25% su base annua), quest'anno si va invece con agevolazioni
mirate per le categorie più colpite dai vari provvedimenti di chiusura.
Il
23 maggio ricorre l'anniversario della strage di Capaci, nella quale persero la
vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti
della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Il Coordinamento provinciale di Bergamo di Libera, per ricordare degnamente le
vittime innocenti di tutte la mafie, il 23 maggio 2018 alle ore 20.30' nella
sede della Provincia di Bergamo (che ha dato il patrocinio all'iniziativa)
presenterà l'aggiornamento per l'anno 2017 dell'attività di documentazione sui
beni confiscati e di ricerca sulla presenza delle mafie e della criminalità
organizzata nella bergamasca.
Almenno San Bartolomeo 21 novembre 2019
RUOLI E FUNZIONI DELLE STRUTTURE SANITARIE

l'associazione Isola Bene Comune nell'informarla che sabato 2 domenica 3 dicembre prossimo, in Via Picasso, Chignolo d'Isola ( Campus Scolastico ) si svolgeranno le consultazioni per il rinnovo del consiglio d'amministrazione del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca.
Vista la scarsa informazione su questo importante evento elettivo che vede ben 264,447 di cui 234.928, soci di prima fascia, i contribuenti che rientrano in questa fascia (uno) sono tutti coloro che sono proprietari d'immobili in base ai mq posseduti, a partire da 9 €. ad un massimo di 72,08 €. l'anno.
Vista l'importanza di questo momento elettivo, siamo a chiederLe, attraverso l' autorità che le compete, d'informare i suoi cittadini, attraverso gli strumenti che riterrà più opportuni, questo diritto ad eleggere i propri rappresentanti in una struttura che raccoglie otre 20 milioni di euro l'anno. Una parte significativa di queste entrate e grazie ai contribuenti della prima fascia.
Gli aventi diritto al voto, possono espletare il loro diritto muniti di documento identificativo in uno dei seguenti seggi: CHIGNOLO d'ISOLA, BERGAMO , CARAVAGGIO, URGNANO, CALCINATE.

Vuoi esprimere le tue preferenze

Quanti cittadini Bergamaschi sanno perchè pagano il consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca?
E quanti di questi sanno che a breve, i soci del consorzio (264.447 aventi diritto al voto), il 2 e 3 dicembre 2017) sono chiamati ad eleggere il nuovo consiglio di amministrazione?
E' davvero scarsa l'informazione su questo alto momento di democrazia, l'elezione dei rappresentanti dei cittadini alla guida del consorzio. Scarsa perche è stata data una informazione approssimativa di questo importante momento elettivo, indicandolo approssimativamente, nella primavera scorsa quando, in occasione del contributo obbligatorio annuale, sono stati informatii soci contribuenti che nel corso dell'anno sarebbero stati chiamati ad eleggere il nuovo direttivo. La legge dice che il socio contribuente deve essere adeguatamente informato sulle elezioni delle cariche istituzionali. Nessuna omissione quindi, l'informazione è stata data anche se carente, mancando la data delle elezioni. Qualche euro in più si poteva impegnare al fine di informare i soci con una lettera dove si indicava data e luogo del seggio delle prossime elezioni, per una spesa pari al 2 % del fatturato consortile, che ammonta a 19 milioni di euro. Questo non è avvenuto, perché? forse perchè (pensar male è peccato ma quasi sempre ci si azzecca) la cosa la si vuole tenere circoscritta ad interessi di lobbies? Quelle per intenderci che il consorzio lo voglio gestire in proprio?
Spetta alle associazioni come la nostra intervenire, per informare i soci del consorzio del proprio diritto statutario, senza nessun altro interesse se non quello di informare chi non ne fosse già a conoscenza, che può scegliere con il proprio voto le persone che entreranno a far parte del consiglio d'amministrazione, in modo da tutelare i propri diritti.
Questo vale in particolare per i diritti dei soci più numerosi (234.928 contribuenti): in questa fascia rientrano tutti coloro che pagano un contributo inferiore a €.72,08 - normalmente tutti i proprietari di abitazione, iscritti al catasto, che per legge sono assoggettati al pagamento di questo contributo.
Per tutelare efficacemente i diritti di questi consociati l'associazione Isola bene Comune vi invita a recarvi tutti alle urne per votare la lista PROPRIETARI UNITI CONTRO GLI SPRECHI
Componenti lista 3 - Dolci Umberto - Bruni Cristina - Carrara Liliana - Comelli Piergiuseppe - Fumagalli Carlo - Roberti Pietro.
Il programma: punto ( 1 )ABOLIRE L'ODIOSA GABELLA - ( 2 ) ELIMINARE GLI SPRECHI - SEPARARE LE FUNZIONE DI BONIFICA DA QUELLE D'IRRIGAZIONE - ( 3 ) - AUMENTARE LE AZIONI DI BONIFICA ANTI ALLAGAMENTI - ( 4 ) - ISTAURARE RAPPORTI DIRETTI CON I CONSORZIATI - ( 5 ) - VALORIZZARE LE COMPETENZE INTERNE RIDUCENDO LE CONSULENZE ESTERNE.
Seggi elettorali: I soci Contribuenti, possono votare in uno dei seguenti seggi ( Bergamo, Caravaggio, Chignolo d'Isola, Urgnano ) i seggi non sono vincolanti, ogni elettore può votare in uno dei seggi in elenco.
Voto per delega: Ogni elettore ha diritto ad esprimere il proprio voto attraverso delega. Le deleghe devono rientrare nella fascia di competenza esempio " un socio di fascia 1, può rappresentare altri due soci della stessa fascia 1 " DELEGHE CHE VANNO AUTENTICATE " queste vanno accompagnate da una copia del DOCUMENTO DI IDENTITA'.
ELEZIONI CONSORTILI
Il prossimo 2/3 dicembre si rinnova il consiglio di amministrazione del Consorzio di Bonifica della Bassa Pianura Bergamasca
Se vuoi puoi sentire chi partecipa a queste elezioni. In di Chignolo d'Isola il 24 Novembre ore 20,45 Teatro Via Picasso
memorie di un sano giornalismo
Grazie alla gentile concessione dell'amico S.P. appassionato archivista della storia letterale politica, riferita ai fatti, inizio ventesimo secocolo, possiamo ripercorrere quella storia e quei fatti, attraverso scrittori giornalisti del tempo.
Partiamo con la prima pagina della Domenica del Corriere. Possiamo, leggendone i contenuti, e trarne le dovute considerazioni, opinioni, se vorrete.

Dite la vostra
condannato morte
Sconcertante la decizione della condanna, per aver reagito ad una provocazione.
Siamo sempre noi i piccoli mostri della natura che ci circonda, fauna e flora sono i nostri compagni di viaggio ma noi, sensa riconoscere i diritti della vita cè ne infischiamo. Fino quando?

Gianna
L'associazione Isola Bene Comune Piange la perdita dell'amica Gianna, improvvisamente mancata all'affetto dei suoi cari. Preghiamo il Padre Celeste possa mitigare l'angoscia di marito e figlio e a loro doni il ricordo indelebile dell'Amore che ha profugo nella sua famiglia e nell'impegno sociale ai più bisognosi.
Gianna, grazie per l'amore che hai profuso verso il prossimo.
Votare si al referendum è opportuno
Una nostra concittadina
correva l'anno 1944

Questa ragazza vide in quel di ... Maria madre di Gesù. Chi mi sa dire dove questa piccolissima frazione?
Un giorno come tanti
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al mercatino del medioevo
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oggi
Voti e veti. Alle radici del caos italiano
Lo sapevate?
Attenzione voi che sbadatamente lasciate il finestrino della vostra macchina aperto, perché al comma 4 dell'art. 158 Codice della Strada impone di non lasciare mai la macchina in condizioni tali da rendere possibile, che qualche male intenzionato la utilizzi senza il consenso del proprietario. La sanzione prevista 47 euro.
"acqua" cara fresca acqua
In questa scheda: paesi e citta che rientrano nei confini dell'Isola bg. Qesto ci permette di fare un calcolo approssimativo, di quanti lt.di acqua giornaliera consuma una singola persona.



